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Intervista di Claudia Raspolič ad Agata Tomšič per il Premio “Istria Nobilissima” 2019 . La voce del Mandracchio . 3 dicembre 2019

AGATA TOMŠIČ E IL TEATRO
LA SUA ATTIVITÀ DI SUCCESSO E IL LEGAME INDISSOLUBILE CON LA SUA ISOLA
Claudia Raspolič, “La voce del Mandracchio”, 3 dicembre 2019

Il teatro: è la sua passione da sempre, con spettacoli che la vedono protagonista in diversi Paesi d’Europa, principalmente in Italia, dove vive da diversi anni. Tutto questo, ma tanto altro, è l’isolana Agata Tomšič, che assieme a Davide Sacco nel 2010 ha fondato la Compagnia di teatro di ricerca ErosAntEros.
Agata è attrice e autrice di testi teatrali, ma anche una persona colta, sensibile all’attualità e ai fatti che hanno segnato la storia. La rintracciamo per telefono perché attualmente è impegnata con nuovi progetti che la tengono spesso lontana da Isola, tra cui “Sconcerto per i diritti”, che ha debuttato recentemente a Firenze assieme a Silvia Pasello, quattro volte migliore attrice italiana ai premi Ubu e Duse, con Carmelo Bene e Thierry Salmon. È la terza tappa del progetto “Confini” sul tema dell’immigrazione italiana nel nord d’Europa per cui sono tornati in residenza per qualche settimana al TNL Théâtre National du Luxembourg.
“Con l’autore italo-lussemburghese Ian De Toffoli -spiega la Tomšič- stiamo lavorando al testo di uno spettacolo che presenteremo nell’estate 2020 assieme al Teatro della Tosse di Genova, al TNL di Lussemburgo e al Ravenna Festival.”

MANDRACCHIO: L’ultimo successo, ma non per importanza, è il secondo premio nel concorso di Arte e Cultura “Istria Nobilissima”, categoria teatro. “Vogliamo tutto” è il titolo della tua opera che sulla scena contiene anche inserti video e sonori. Articolata è la motivazione, ma che rende bene l’idea della tua alta levatura artistica: “si tratta di una forma di teatro politico ma allo stesso tempo di teatro di narrazione ove l’azione scenica è sostituita dal racconto di numerose voci che si alternano sulla scena. Non manca l’eco di una tecnica che risente dello straniamento brechtiano, con lo scopo di porre lo spettatore in una condizione di totale libertà di giudizio, sebbene l’impronta politica sia chiaramente leggibile. Infine da lodare la stimolante idea dell’autore di far interpretare il testo da un’unica attrice, elevando così ad un altro livello scenico il testo scritto”. Ricordiamo che a Istria Nobilissima sei stata già più volte premiata.

TOMŠIČ: È un lavoro che ho scritto nel 2018 su richiesta di Valter Malosti, direttore del TPE Teatro Piemonte Europa, in occasione dei 50 anni del Sessantotto. Davide ed io non volevamo fare un lavoro semplicemente commemorativo, bensì introdurre il presente negli eventi di allora. Abbiamo studiato i movimenti studenteschi e degli operai del 1967, ‘68 e ‘69 in Italia, intervistato i protagonisti di quel periodo e i ragazzi di oggi di 20, 30 anni (la stessa età di quelli che nel ‘68 scendevano in piazza), che partecipano alle manifestazioni e militano nei centri sociali di diverse città per richiamare l’attenzione sulle problematiche ambientali, politiche, studentesche ecc. Abbiamo messo in relazione questi due periodi di tempo per far capire che il ‘68 non è irripetibile e immutabile, nel senso che anche oggi possiamo esprimere la nostra opinione e lottare per una causa in cui crediamo. Il testo che ho presentato a Istria Nobilissima raccoglie le testimonianze dei protagonisti degli anni 68, è suddiviso in diversi capitoli di cui ognuno riporta un motto del 68 francese o italiano, e in cui mi soffermo sui principali eventi in Italia che vanno dall’autunno studentesco del ‘67 sino alla strage di piazza Fontana a Milano nel 69. Quest’ultimo episodio ha fatto capire al movimento studentesco-operaio che, in realtà, stava accadendo qualcosa di molto più grave e violento.

MANDRACCHIO: Sono stati periodi cruciali sotto diversi aspetti, ma complesse sono anche tante realtà di questa epoca. Come reagisce il vostro pubblico alle storie che portate in scena?

TOMŠIČ: Dopo diversi anni di attività, Davide ed io abbiamo deciso che volevamo dedicarci di più all’incontro con gli altri, non ci bastava più essere artisti che sperimentano forme ed estetiche nuove. Ci siamo così orientati verso un teatro di carattere più impegnato anche se il nostro intento non è mai stato quello di giudicare dicendo “questo è giusto, quello è sbagliato, ecc.” Vogliamo invece stimolare il pubblico alla riflessione. Le reazioni sono positive e in questo contesto mi piace ricordare la nostra esperienza nel Salento dove abbiamo presentato, “Vogliamo tutto!”, che è anche uno dei nostri spettacoli più politici. La location non era il teatro, bensì il soggiorno di una casa. Avevamo paura della reazione che avremmo ottenuto dai proprietari e i loro amici invitati all’evento, invece la risposta è stata estremamente positiva, tant’è che una signora, commossa, ci ha detto ‘Bravi, continuate così! Si tratta di uno spettacolo che stimola alla rivoluzione!’, confidandoci che l’abbiamo riportata nel passato, quando negli 70 faceva l’operaia e manifestava dinanzi a una fabbrica a Lecce.

MANDRACCHIO: Hai mai pensato di realizzare progetti teatrali con la CNI, di portare ErosAntEros anche sui palchi dei teatri nel nostro territorio?

TOMŠIČ: Per rispondere a questa domanda, faccio riferimento proprio a Istria Nobilissima: non potendo partecipare alla consegna dei premi di quest’anno per motivi di lavoro, ho inviato una lettera. In essa, oltre a ringraziare la commissione giudicatrice, spiego che sarei felicissima di poter presentare i miei lavori in Istria, di produrne di nuovi o magari anche di poter costruire qualcosa di nuovo, sfruttando le relazioni di cui gode la mia compagnia teatrale in Italia e all’estero. In passato qualcosa è stato fatto in collaborazione con la CAN di Isola e di Capodistria, ma senza il coinvolgimento delle istituzioni teatrali sarà difficile. So che purtroppo non c’è ancora molto spazio per le arti contemporanee sul Litorale sloveno e in Istria in generale, ma sono anche pronta a rimboccarmi le maniche qualora ci sia disponibilità di accogliere o sviluppare il nostro lavoro. Al mio territorio sono legatissima e ci torno appena posso, prossimamente lo farò per le festività natalizie. E non vedo l’ora!