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Intervista di Nicola Arrigoni a ErosAntEros, “Sipario”, 18 ottobre 2025

CONVERSAZIONE CON AGATA TOMŠIČ E DAVIDE SACCO. ErosAntEros: quindici anni di amore contro amore
Nicola Arrigoni, “Sipario”, 18 ottobre 2025
https://www.sipario.it/attualita/i-fatti/item/17003-conversazione-con-agata-tomsic-e-davide-sacco-erosanteros-quindici-anni-di-amore-contro-amore-di-nicola-arrigoni.html

“Erano poco più che ragazzi, animati dal medesimo amore per il teatro, nel 2010 si incontrano a Ravenna, in un laboratorio dei Motus organizzato da Fanny & Alexander. Non sanno ancora che quel dialogo iniziale diventerà un sodalizio artistico lungo quindici anni e una delle esperienze più coerenti e radicali del teatro italiano contemporaneo. Oggi, nel 2025, Agata Tomšič e Davide Sacco festeggiano i quindici anni di ErosAntEros con due nuovi lavori che segnano anche una fase di ricerca individuale: Materiale per Medea e Quelli che si allontanano da Omelas. Con loro si è deciso di ripercorrer la storia di una compagnia che ha fatto dell’immaginazione una forma di pensiero politico e che si caratterizza per una coerente tensione civile, ma anche per la volontà di aprirsi ai mondi diversi delle arte e intrecciare relazioni internazionali, nel segno di un comune vagare speranzoso per la vecchia Europa.

Come nasce ErosAntEros?
Agata Tomšič: «È una storia che parte nel gennaio 2010, a Ravenna. Io avevo ventitré anni, Davide trenta. Ci siamo conosciuti a un laboratorio dei Motus organizzato da Fanny & Alexander. Io ero studentessa al DAMS di Bologna, lui già lavorava con le Albe e con gli stessi Fanny. Frequentavamo da anni gli stessi teatri, gli stessi artisti, le stesse passioni. Io avevo appena scritto la mia tesi su di loro, quindi quando ci siamo incontrati è stato come riconoscersi in un paesaggio comune. Davide stava lavorando a Treno Fantasma, il suo primo spettacolo: mi sono unita al processo e lo abbiamo terminato insieme. Abbiamo debuttato a maggio dello stesso anno e, poco dopo, deciso di darci un nome».

E quel nome, “ErosAntEros”, come arriva?
Agata Tomšič: «Cercavamo qualcosa che rappresentasse il nostro modo di stare insieme artisticamente: la tensione tra due forze diverse che si incontrano e si scontrano. Giocando con la mitologia, abbiamo pensato al mito di Eros e Anteros: l’amore e l’amore corrisposto. Nel racconto antico, Eros non cresceva, e la madre Afrodite genera Anteros affinché il fratello, grazie alla forza dell’amore ricambiato, potesse diventare grande. Ci piaceva l’idea che dall’unione – o dallo scontro – potesse nascere qualcosa di vitale. Poi ci siamo accorti che nel nostro nome la seconda “E” è maiuscola, e quindi si può leggere anche come amore contro amore, in senso dialettico. Oggi questo doppio significato è diventato per noi quasi politico: crediamo che il conflitto, la divergenza, siano motori di crescita e non di distruzione». […]

Davide Sacco, come definirebbe oggi il cuore della vostra ricerca?

Davide Sacco
 «Lo scriviamo anche nella nostra biografia: ‘agganciare il teatro alla vita e fare dell’immaginazione un’arma per trasformare il reale’. Crediamo che il teatro debba restare uno spazio di pensiero collettivo, non un esercizio autoreferenziale. Ogni nostro spettacolo nasce da un’urgenza, da una questione che ci riguarda come cittadini, prima che come artisti. Parallelamente, lavoriamo sempre sulla forma. Ci interessa una drammaturgia plurilinguistica dove testo, suono, luce, immagine e corpo abbiano lo stesso peso. Ogni elemento è parte della costruzione del senso. È una ricerca costante di equilibrio, di tensione tra linguaggio e contenuto».

Allarmi è stato uno snodo importante in questa direzione.

Davide Sacco
: «Sì, è stata la nostra prima produzione con un teatro stabile, l’Emilia Romagna Teatro. Ci ha permesso di affrontare su larga scala i temi che ci stavano più a cuore: la memoria, il consenso, i meccanismi del potere. Era un lavoro sul nazionalsocialismo calato nell’oggi, una riflessione su come la storia continui a ripetersi sotto altre forme. Da lì sono nate collaborazioni internazionali – dal Teatro Nazionale del Lussemburgo al Tancari Dom di Lubiana – che ci hanno fatto crescere anche come sguardo europeo».

Dopo tanti anni insieme, avete scelto di firmare due lavori distinti. Perché?

Davide Sacco
: «Non è una separazione, ma un’evoluzione naturale. Abbiamo sempre condiviso tutto, ma sentivamo la necessità di esplorare territori personali, pur restando nel solco di ErosAntEros. Per il nostro quindicesimo anniversario abbiamo deciso di presentare due progetti paralleli: Materiale per Medea di Agata e Quelli che si allontanano da Omelas mio. Entrambi nascono da un’urgenza etica, dal bisogno di interrogare la responsabilità individuale dentro una collettività». […]”