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Intervista di Alice Capozza a ErosAntEros su SCONCERTO PER I DIRITTI . PAC . 4 novembre 2019

C’È SCONCERTO PER I DIRITTI: EROSANTEROS SVELA LA FRAGILITÀ DEL DIRITTO DI CARTA. INTERVISTA A DAVIDE SACCO E AGATA TOMSIC
Alice Capozza, “Paneacquaculture”, 4 novembre 2019
https://paneacquaculture.net/2019/11/04/ce-sconcerto-per-i-diritti-erosanteros-svela-la-fragilita-del-diritto-di-carta-intervista-a-davide-sacco-e-agata-tomsic/

In prima assoluta al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci (Fondazione Teatro della Toscana) il duo artistico ErosAntEros porta in scena Sconcerto per i diritti, terza tappa del progetto internazionale Confini che si concluderà a luglio 2020 con il debutto di una coproduzione di ErosAntEros con Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, TNL –Théâtre National du Luxembourg e Ravenna Festival.
Sconcerto per i diritti nasce e si sviluppa a partire dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, letta in scena da due misteriose figure del futuro (Silvia Pasello e Agata Tomsic): è al tempo stesso un inno all’idea di pace e convivenza tra i popoli che si respira nelle parole degli articoli, ma anche un atto di denuncia di quanto quelle stesse parole siano disattese nei fatti: nella disumanità dei porti chiusi di fronte alle vite umane, nei disastri ambientali, nelle ingiustizie, nelle morti bianche. Abbiamo incontrato Davide Sacco e Agata Tomsic per approfondire questo interessante percorso artistico e politico.

Come è nato questo lavoro e come si è sviluppato nelle residenze artistiche – Fondazione Teatro della Toscana e Tempo Reale – e nella lunga lista di collaborazioni – da Amnesty International a la Comunità de Le Piagge?

Il progetto Confini è iniziato ormai un anno fa in Salento grazie a una residenza presso Officine Theatrikès Salento Ellàda che abbiamo sviluppato nel corso del 2019 presso il Théâtre National du Luxembourg e in Toscana. In esso esploriamo il tema della fondazione dell’Unione Europea a partire dalle storie dei migranti italiani che nel secolo scorso sono andati a cercare fortuna nelle zone minerarie del nord-Europa. In questa tappa toscana abbiamo deciso di concentrarci sul tema dei diritti umani e delle migrazioni proprio a partire dal testo che secondo la giurisdizione europea maggiormente dovrebbe difenderli, ma che purtroppo ancora fa fatica a farlo, scontrandosi con il quotidiano e le legislazioni nazionali degli Stati membri. Durante la prima residenza al Teatro Studio di Scandicci la scorsa estate abbiamo incontrato diverse associazioni del territorio particolarmente sensibili a questi temi, che ci hanno aiutato a comprendere meglio come nella pratica i diritti umani vengano disattesi tutti i giorni anche nella nostra democratica Europa. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone splendide che ci hanno colpito per la propria caparbietà e impegno, come Don Alessandro Santoro, ma anche “cittadini qualunque” che dedicano il proprio tempo libero all’attivismo su vari fronti, come il Comitato del Viale dei Diritti e dell’Umanità di Scandicci, le ragazze del Presidio Libera di Scandicci, le Case del Popolo e altre associazioni di volontariato che praticano l’accoglienza e il riuso come Mani Tese.
Con Tempo Reale, invece, ci siamo potuti concentrare sulla parte musicale, sperimentando nei loro studi le varie possibilità sonore che le lastre d’acciaio potevano offrirci (usate in scena come strumenti musicali – battute, sfregate, percosse, suonate, intrecciate con l’Inno alla Gioia di Beethoven, ndr). Successivamente ci siamo chiusi nel lavoro in sala al Teatro Era di Pontedera per due settimane e poi ancora altri dieci giorni al Teatro Studio di Scandicci subito prima del debutto.

In un’atmosfera quasi apocalittica da The day after, il nostro presente sembra un reperto archeologico e ogni parola della Carta ha la propria negazione nei disegni di Gianluca Costantini. Il giudizio dal futuro è carico di “sconcerto” per le contraddizioni del presente, tuttavia due simboli di speranza chiudono la vostra carrellata iconografica: Greta Tumberg e Carola Rackete. Qual è la vostra speranza?

Siamo molto contenti di questa domanda che descrive perfettamente l’atmosfera in cui volevamo collocare queste due figure per riflettere assieme agli spettatori sull’effettiva applicazione dei diritti enunciati dalla Carta. Ci siamo chiesti: cosa succederebbe se in un futuro distopico, ma neanche troppo lontano, in cui gli esseri umani non abiteranno più il nostro pianeta, due di loro tornassero sulla Terra per cercare di comprendere cosa ha portato alla distruzione della nostra civiltà, e si trovassero a esaminare la Carta, come gli archeologi fanno oggi con le scritture antiche? Cosa penserebbero? Abbiamo immaginato che fossero le loro lastre d’acciaio ad aiutarle: navicelle e data base universali. Sulle lastre, usate come schermo, in risposta agli articoli, sono proiettati i disegni di Gianluca Costantini, che richiamano alla memoria i soprusi del nostro presente. Siamo anche felici che arrivi agli spettatori la piccola fiammella di speranza che abbiamo voluto lanciare nel finale dello spettacolo, seppur smorzata da una sparizione improvvisa con l’abbandono della scena, e del Pianeta, delle due figure in scena. Gli ultimi due disegni, Greta e Carola, sempre di Gianluca, sono per noi due simboli immediatamente riconoscibili, due donne che si spendono per un mondo migliore.

[continua]