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Antonio Rapezzi su Quelli che si allontanano da Omelas, 18 ottobre 2025

Antonio Rapezzi, Instagram, 18 ottobre 2025
https://www.instagram.com/p/DP8cr8zjBcC/

“Quando, nel 1973, Ursula K. Le Guin, autrice americana di fantascienza, scrisse Quelli che si allontanano da Omelas, il mondo era in pieno fermento politico e sociale, a nemmeno trent’anni dall’Olocausto e in continuità con il ‘68, con le piazze piene di persone che chiedevano condizioni di vita migliori, più giustizia sociale e solidarietà tra i popoli.
Da allora sono passati cinquantadue anni e, purtroppo, molte di quelle richieste sono rimaste inascoltate in un mondo iper tecnologico che non è stato in grado, o lo ha scelto per conservare i privilegi di alcuni, di soddisfare le aspettative di quelle piazze.
È per questo motivo che l’adattamento teatrale che Davide Sacco, di ErosAntEros, sta mettendo in scena in questi giorni, e fino a domani, a Teatri di Vita, risulta quanto mai attuale, con le immagini di una Gaza rasa al suolo che, scorrendo dietro i protagonisti di quello che è stato concepito come concerto-spettacolo, contribuiscono a colpire profondamente gli animi degli spettatori i quali, ascoltando il recitato di una bravissima Eva Robin’s cui si alternano brani musicali eseguiti, in stile dark anni ‘80, da La Mano Sinistra, di cui fanno parte lo stesso regista alla voce con Giuseppe Lo Bue e Gianluca Lo Presti, che ne ribadiscono i concetti, hanno a poco a poco sentito incrinarsi la gioia degli abitanti di Omelas, una città perfetta, governata rettamente senza bisogno di governanti, unita nella fede senza bisogno di una religione, inebriata dall’amore libero senza incrinare la morale.
Ebbene, direte voi, dove sta la fregatura?
In questa città perfetta vive, rinchiuso in una stanza buia senza finestre nei sotterranei di un grande palazzo, un bambino che si nutre solo di un po’ di farina e di acqua e dorme sulle proprie feci, e tutti sanno che se a quel bambino fosse consentita un po’ di felicità, gli abitanti di Omelas non godrebbero più della loro gioia.
Facile fare paragoni con noi privilegiati occidentali e le popolazioni sterminate a casa propria o costrette a migrare, più arduo fare come alcuni giovani di Omelas che, dopo aver visto in che condizioni vive il bambino, decidono di allontanarsi dalla città.
Spettacolo prezioso, non perdetelo.”