Intervista di Oana Cristea Grigorescu a ErosAntEros, “Scena.ro”, novembre 2023

Intervista a ErosAntEros
Oana Cristea Grigorescu, “Scena.ro”, num. 4, novembre 2023
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6. Avete collaborato con prestigiose realtà teatrali come l’Odin Theatret Holstebro o la Schaubuhne Berlin. (Collaborare con artisti di altre culture teatrali è oggi possibile grazie alla globalizzazione). Come vi hanno influenzato?
Ognuna di queste esperienze con maestri e artisti internazionali, come anche gli incontri e le conoscenze che abbiamo potuto sviluppare all’interno delle produzioni dei nostri spettacoli, hanno ampliato il nostro modo di guardare e di fare teatro, aprendoli verso prospettive che forse prima ancora non avevamo immaginato. Eugenio Barba e Thomas Ostermeier hanno in comune un’etica e una dedizione al lavoro teatrale che abbiamo riscontrato davvero in pochi altri artisti e che anche per noi sono importantissime. Entrambi, la prima volta che li abbiamo incontrati, ci hanno chiesto se riuscivamo a vivere del nostro lavoro e in che modo. Entrambi, seppure in condizioni e attraverso forme completamente diverse, indagano attraverso i propri lavori il nostro contemporaneo, creando alcuni degli spettacoli più folgoranti che abbiamo avuto la fortuna di vedere dal vivo o soltanto in video, esplorando i loro archivi. Amiamo molto il teatro, amiamo farlo, ma amiamo anche guardarlo e amiamo definire questa nostra peculiarità (non sempre condivisa da tutti gli artisti) come una forma di formazione teatrale permanente. Anche da uno spettacolo che non piace possiamo imparare molto e guardare al di fuori del nostro ombelico, al di fuori della nostra zona di comfort, al di fuori della ristretta cerchia teatrale della nostra città (Ravenna), della nostra regione (Emilia-Romagna), del nostro Paese (Italia), ci ha permesso di confrontarci con contenuti e forme molto più interessanti, aiutandoci a trovare quella che oggi è la nostra strada, il nostro linguaggio (anche se sempre e comunque in continua evoluzione).
7. Dove vi trovate ora? Come sono cambiati i vostri intenti artistici con il passare degli anni?
Da anni quello che perseguiamo è un percorso teatrale estetico-politico che tenta costantemente di mettere al centro del nostro lavoro delle questioni che in quel dato momento riteniamo importanti e vogliamo condividere con le persone; allo stesso tempo, però, tentiamo di tenere sempre alto il livello della ricerca sulla forma e sui linguaggi che il teatro ha a disposizione. Ci siamo formati per prima cosa con le compagnie del teatro di ricerca di italiano, ma poi siamo andati a cercarci anche altri maestri in giro per l’Europa, ampliando sempre più i nostri orizzonti e provando a coniugare la ricerca sulla forma con il desiderio condividere dei contenuti importanti per il nostro presente, senza mai abbassare il livello linguaggio, ma anzi perseguendo l’utopia di portare il teatro d’arte tra le persone.
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