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Olindo Rampin su Santa Giovanna dei Macelli, “Bon Vivre”, 4 maggio 2024

L’idealismo fa male e altre verità inattuali della “Santa Giovanna dei Macelli” di Brecht
Olindo Rampin, “Bon Vivre”, 4 maggio 2024
https://bon-vivre.net/2024/05/04/lidealismo-fa-male-e-altre-verita-inattuali-della-santa-giovanna-dei-macelli-di-brecht/

“[…] La descrizione analitica dei vari passaggi del processo capitalistico, dalla sovrapproduzione alla speculazione finanziaria, sopravvivenza non esente da oscurità del pedagogismo dei drammi didattici, è restituito con brio da un cast internazionale che comprende attori sloveni del Mladinsko gledališče, attori del Théâtre National du Luxembourg, tra cui Marco Lorenzini, e gli interpreti italiani Danilo Nigrelli e la stessa Agata Tomšič, in una serie serrata di interventi che intreccia recitazioni dal vivo e in video con momenti live videoripresi e proiettati in diretta su grande schermo, con effetti che sembrano reinterpretare originalmente le teorie brechtiane.

Nel “Breviario di estetica teatrale” Brecht elencava con precisione gli effetti di «straniamento», fondamenti anti-catartici del suo teatro epico. Salvo che per la singolare proposta, oggi fortunatamente anacronistica, di far fumare gli spettatori per alimentarne lo “straniamento”, quegli effetti sono in gran parte applicati nella messinscena di ErosAntERos. Non saprei dire se ne esca sempre conseguito il risultato che l’amico di Brecht, il grande critico Walter Benjamin, indicava come necessario nel teatro epico, il quale «esige un pubblico rilassato, in grado di seguire l’azione con distacco, indotto a una presa di posizione, ma riflessa e quindi rilassata». Aver ideato come dominante segno scenico una vasca da bagno di respingente trasparenza in cui prima il re della carne Mauler (Danilo Nigrelli) si rilassa nudo mentre sconfigge sadicamente gli avversari e dove poi, irrorata di sangue – come invitava a inferirne il contesto “macellaio” – verrà deposta Giovanna Dark, la filantropa sconfitta (Agata Tomšič) mentre grava su di lei una sacca stillante sangue, può sembrare, per quel tanto di estetica para-horror variamente presente nelle pratiche del teatro «d’avanguardia» dell’ultimo mezzo secolo, non si dice incline ad atmosfere prossime al “terrificante”, ma strutturalmente aliene dal «distacco». Così l’idea di interagire con un live concert di musiche originali su testi brechtiani del seguitissimo collettivo musicale sloveno Laibach, data la natura fascinosamente orrorosa delle sue sonorità e della mefistofelica voce del front-man, può aver suscitato nelle fibre di una minoranza della sala, pienissima di pubblico tra cui, mi è parso, molti fan della band, un tanto di tensione emotiva e di ansietà non del tutto consentanee con una «presa di posizione riflessa e rilassata». E allora?

Allora la “Santa Giovanna” è soprattutto una argutissima satira, oggi di malagevole traduzione scenica, dell’idealismo borghese, che trova piena espressione nei due protagonisti. Mauler, ripugnante affarista ma delicato spirito ipersensibile alla macellazione dei buoi, è anche la prima manifestazione della schizofrenia propria di tanti personaggi brechtiani, indotta dalla società e non, come in Pirandello, dalla psicologia. Giovanna è uno degli “eroi bastonati” di Brecht che, nel teatro epico, imparano dai colpi dell’esperienza, prendendo il posto dell’eroe tragico del teatro drammatico. Così il suo idealismo di benefattrice, che con l’esercito della salvezza non supera di un millimetro la diseguaglianza tra sfruttatori e sfruttati, si evolve in consapevolezza, in “scienza”, pur fallendo alla fine come rivoluzionaria. […]”