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Silvia Napoli su Materiale per Medea, “il manifesto”, 1 novembre 2025

Quando il suono è tutto, o quasi. Rassegne, visioni, programmazioni a confronto
Silvia Napoli, “il manifesto”, 1 novembre 2025
https://www.ilmanifestoinrete.it/2025/11/01/quando-il-suono-e-tutto-o-quasi/

“[…] Questa Medea di Tomsic è femmina e belva imperiosa, forse ferita ma non doma e non sazia, portatrice di una alterità irriducibile, una diversità quasi di specie, come se tutti gli archetipi mediterranei fossero stati scansionati da Donna Haraway e proiettati in un futuro remoto, dove c’è anche qui chi non ci sta, chi si ribella agli inciuci dinastici, agli accomodamenti diplomatici e denuncia l’oppressione, non quindi una moglie devota ferita, ma un virus culturale inoculato irrimediabilmente nella società dominante patriarcale e destinato a inquinare per sempre una genealogia che sappiamo essere destinata alla rovina. Ciò che le parche preparano, non è un cieco baro destino, ma solo frutto di un kairos ben scelto, calcolato provvisto di tutte le sue responsabilità, soppesato attentamente nelle alternative. Insomma, non disperazione straziante e tentennante, ma la lucidità del kamikaze che predispone l’attentato, la terrorista infiltrata dall’estero seduttiva come Mata Hari, nei ricchi allusivi costumi di scena che impreziosiscono e rendono irraggiungibile la nudità insolente e scultorea della nostra protagonista. Una regina che ammicca per scherno, per disprezzo verso il suo antagonista alla rotta balcanica della prostituzione, ma che è sempre inattingibile come una sacerdotessa, come qualcuno appunto in missione persino sfoderando stivaloni traslucidi e vertiginosi. […]”