Materiale per Medea
- 12 ottobre 2025 . Materiale per Medea . Debutto . Festival d’Autunno, Catanzaro
- 26-27 settembre 2025 . Materiale per Medea . Anteprima . 15 anni di ErosAntEros . Artificerie Almagià . Ravenna
- 23 settembre 2025 . Materiale per Medea . Anteprima . Ogni luogo è un teatro . Vercelli
- 14-22 settembre 2025 . Materiale per Medea in residenza a Vercelli . Officina Anacoleti
- 18-27 agosto 2025 . Materiale per Medea in residenza alle Arteficerie Almagià . Ravenna
- 2-8 giugno 2025 . Materiale per Medea in residenza a Lubiana
- Silvia Napoli su Materiale per Medea, “il manifesto”, 1 novembre 2025
- Roberta Cricelli su Materiale per Medea, "Sound36", 14 ottobre 2025
- Materiale per Medea su "Il Corriere della Calabria", 13 ottobre 2025
- Marco De Marinis sui 15 anni di ErosAntEros, “Il Fatto Quotidiano”, 13 ottobre 2025
- Anna Cavallo su Materiale per Medea, "Pagina Tre", 11 ottobre 2025
- Chantal Boiron su Materiale per Medea, "UBU Scènes d’Europe / European Stages", 6 ottobre 2025
- Maria Dolores Pesce su Materiale per Medea, "Sipario", 3 ottobre 2025
- Benedetta Bronzini su Materiale per Medea, "Ravenna&Dintorni", 25 settembre 2025
- Anja Quickert su Materiale per Medea, “Ravenna&Dintorni”, 25 settembre 2025
- Daniela Sacco su Materiale per Medea, "Ravenna&Dintorni", 25 settembre 2025
- Enrico Pastore su Materiale per Medea, "PAC", 26 settembre 2025
- Intervista ad Agata Tomšič su Materiale per Medea, "Pantagruel", Rai Radio3, 14 settembre 2025
Con la colonizzazione inizia la storia europea così come l’abbiamo conosciuta finora. Il fatto che il veicolo della colonizzazione uccida il colonizzatore preannuncia la sua fine. È la minaccia della fine che ci attende. La «fine della crescita».
– Heiner Müller
A 12 anni dal primo avvicinamento di ErosAntEros a Bertolt Brecht (prima con Sulla difficoltà di dire la verità e poi con Santa Giovanna dei Macelli), Agata Tomšič affronta il drammaturgo tedesco che più di chiunque altro ha saputo prendere il suo testimone e reinventarlo attraverso i linguaggi contemporanei: Heiner Müller. Come Brecht, rivendica l’esercizio della critica e del dubbio, afferma lo spazio dell’immaginazione e dell’utopia, ma lo fa scrivendo drammi in cui la dicotomia tra mythos e logos non smette di intrecciarsi, creando dispositivi dialettici che avanzano per esplosioni, tra “forme di pensiero taglienti come ferite” ed evasioni dell’inconscio che provocano “nostalgia per una diversa condizione del mondo”. Un teatro in cui lo shock, il sogno, la crudeltà, il grido, sono strumenti attraverso cui organizzare un’inondazione di materiali di fronte ai quali il pubblico è obbligato a operare delle scelte.
Scegliere di lavorare sui materiali da lui composti per la figura di Medea, vuole dire, però, anche affacciarsi a un mito di origini antiche: femminista, antipatriarcale, decoloniale; estremante potente ed eloquente nel nostro presente. Donna, madre, dea, strega, amante, assassina, ma anche migrante, straniera, barbara, schiava, richiedente asilo; in fuga dalla propria terra, tradita dall’unico uomo a cui ha dato fedeltà assoluta e da lui privata di tutti i diritti.
Composta in diversi momenti tra il 1949 e il 1982, la Medea di Müller si sviluppa in tre parti:
– Riva abbandonata, situata a Strausberg, dove si svolse l’ultima battaglia con i carri armati della Seconda guerra mondiale, quartier generale dell’Armata nazionale popolare della DDR, “potrebbe essere rappresentata durante un peep-show”;
– Materiale per Medea, “stenogramma di una disputa d’onore all’ultimo stadio” tratto da Seneca, Euripide, Hans Henny Jahnn;
– Paesaggio con Argonauti, ispirata a Wasteland ed Ezra Pound, “presuppone le catastrofi che l’umanità sta attualmente preparando”.
In un’intervista del 1983, l’autore, rispondendo a una domanda riguardo alla collocazione di Medea in un peep show, afferma che “il voyeur ha la possibilità di pagare un buon posto da cui osservare indisturbato il maggior numero possibile di catastrofi”. Queste parole sono una chiave fondamentale per comprendere lo spazio scenico dello spettacolo e il suo rapporto con lo sguardo del pubblico, specialmente nella terza parte del lavoro, dove, grazie a un ribaltamento di prospettiva, gli spettatori divengono corresponsabili delle catastrofi in cui viviamo e che ci attendono.
Lo spettacolo, prosegue il percorso di ricerca vocale-sonora di Agata Tomšič manipolando un materiale testuale difficile, vivo, scottante, radicale, mettendolo in relazione con una particolare ambientazione audio-luci. Per farlo si affida alla collaborazione con Matevž Kolenc, compositore, arrangiatore e produttore musicale, nominato ai Premi Ubu 2024 insieme alla band cult slovena Laibach per il progetto sonoro di Santa Giovanna dei Macelli.
La parola aspra, arida, violenta e poetica, politica e onirica, di Müller diventa simulacro di visioni sonore e visive che si aprono a molteplici interpretazioni. Collocata all’interno di una dimensione spaziale particolare, avvolge gli spettatori in una scena appena visibile, un mondo che lascia spazio alla potenza immaginativa dell’udito e al desiderio.
– Agata Tomšič / ErosAntEros
Nero-buio-assoluto e bronzo-oro-Sole, sono i protagonisti di un dispositivo visivo dove la luce è dosata con il contagocce per lasciare alla dimensione sonora un ruolo preponderante. Un omaggio alle opere musive ravennati, fonte d’ispirazione delle donne fatali di Gustav Klimt e dei quadri tattili di Alberto Burri, icone contemporanee dove il sacro e il profano si incontrano, come nelle origini dell’Imperatrice Teodora, di Medea, delle Amazzoni, native delle regioni che si affacciano sul Mar Nero.
testo Heiner Müller
traduzione di Saverio Vertone
per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay
ideazione, regia, spazio Agata Tomšič / ErosAntEros
musiche e sound design Matevž Kolenc
con Agata Tomšič
costumi bàste sartoria
disegno luci Gianni Gamberini
assistente al movimento Francesca Frani Dibiase
direzione tecnica e cura degli allestimenti Vincenzo Scorza
consulenti scientifiche Benedetta Bronzini, Anja Quickert, Daniela Sacco
produzione ErosAntEros
in residenza presso Artificerie Almagià POLIS Teatro Festival, Teatro di Dioniso Officina Anacoleti #ogniluogoèunteatro
con il supporto di Internationale Heiner Müller Gesellschaft
con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand
anteprime 23 settembre, Ogni luogo è un teatro, Vercelli; 26-27 settembre, 15 anni di ErosAntEros, Ravenna
prima nazionale 12 ottobre 2025, Festival d’Autunno, Catanzaro
durata 60 min
spettacolo consigliato ai maggiori di 14 anni